Si tratta dell’estrema paura si essere giudicati negativamente dagli altri, che porta chi ne soffre all’isolamento, nonostante il desiderio di contatto con il prossimo. Una persona con fobia sociale vorrebbe stare con gli altri, ma non ci riesce per la paura di non essere all’altezza, di fare una brutta figura o di apparire goffa o ridicola ma sente di avere un problema. Cinquant’anni fa, invece, poteva essere il prototipo della casalinga, vivere o meno in città, la classe sociale di appartenenza, il tipo di lavoro sono tutti elementi che possono incidere sulla percezione della “disabilità” che deriva da un disturbo d’ansia.
Che spesso incide sulle scelte esistenziali: quante donne hanno rinunciato a studiare, a guidare, o hanno vissuto a metà perché non riuscivano a superare attacchi di panico o una fobia sociale?
Con i disturbi d’ansia non trattati adeguatamente si finisce per fare i conti tutta la vita.
L’età media di esordio è intorno ai 13 anni. Il 40% di chi ne è affetto aspetta in media 10 anni prima di chiedere aiuto. Si manifesta in maniera più elevata nelle donne.
I sintomi tipici sono l’ansia e i disagi somatici (palpitazione, tremori, sudore, nausea, secchezza alle fauci, mal di testa) si presentano quando ci si trova con gli altri spesso anche in previsione che ciò accada (ansia anticipatoria). In alcuni casi l’ansia è legata a specifiche situazioni.
LO STUDIO SI TROVA A MONTEVERDE VECCHIO IN VIA ALESSANDRO POERIO, 76 A ROMA