Si beve per rilassarsi e divertirsi. Oppure per cercare conforto nel fondo di un bicchiere. Il confine tra una situazione e l’altra spesso è sfuggente e richiede attenzione, soprattutto quella della famiglia.
La dipendenza non si manifesta da un giorno all’altro: è una escalation di situazioni che conducono ad un uso patologico dell’alcol che scavalca la volontà della persona. Il problema è negare di averlo, mentre riconoscere che si ha un problema è già un primo passo.
Chiedere aiuto è importante
L’importante è non avvilirsi, avere il coraggio di chiedere aiuto e di rivolgersi ad un medico per trovare le risposte più giuste; il vero nodo da sciogliere non è perché uno inizia a bere, ma perché non riesce a smettere quando si accorge che gli fa male.
L’alcolismo è una malattia complicata e le sue cause sono molteplici, non basta avere difficoltà o problemi esistenziali, che possono essere solo eventi scatenanti. Ma per passare da un uso normale a una dipendenza patologica occorrono anche altri fattori, come la predisposizione genetica, è per questo che anche le terapie devono essere multimodali, devono cioè considerare i vari tipi di cause.
A volte bere è considerata un’ “autocura”.
Infatti, tutti i comportamenti di dipendenza, in primo luogo quelli da alcol, possono svilupparsi perché inconsapevolmente la persona ha tentato di scacciare ansia, depressione, turbe dell’umore con l’effetto euforizzante di un bicchiere di vino. Spesso rappresenta addirittura la spinta verso il primo contatto con la sostanza; si inizia così e se la persona è predisposta o frequenta un ambiente che agevola certi comportamenti, il bere si trasforma in un atto compulsivo.
L’alcol modifica il modo di pensare e di comportarsi di una persona che soffre di questa dipendenza. Tenderà a chiudersi in se stessa, a vivere in un mondo sempre più piccolo; perderà gli affetti, il lavoro, incorrerà nel rischio di cadute e incidenti automobilistici.
Benessere illusorio
l’alcol stimola la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che sta alla base neurochimica del piacere: informa il cervello quando un’esperienza è stata gratificante e andrebbe ripetuta.
La cosa più difficile per un alcolizzato?
Trovare una buona ragione per smettere di affogare la propria vita nel bicchiere. Avere una motivazione è fondamentale e fa parte della terapia aiutare il paziente a individuarla. Può essere la salute, l’amore per i figli, la voglia di non perdere la propria dignità o qualsiasi altra cosa; per questo le medicine da sole non bastano, serve anche una terapia psicologica.
Importante è anche l’aiuto della famiglia. Può essere un fattore di rischio nell’insorgere di una dipendenza, ma anche un potente fattore protettivo. La famiglia dà supporto, conforto, calore, a patto che non diventi complice tentando in qualche modo di giustificare la dipendenza.
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