L’obesità non figura, finora, tra i disturbi del comportamento alimentare né nelle classificazioni psichiatriche. Si tratta di una condizione somatica, eccesso di peso corporeo per eccesso di massa grassa con crisi ricorrenti di ingordigia incontrollabile (binge eating) non accompagnata da strategie di compenso come lassativi, diuretici ed eccessiva attività sportiva.
Fu un americano in cura per obesità ad inventare l’espressione Binge Eating che in italiano può essere tradotta in “abbuffata compulsiva“, ovvero cibo ingerito in eccesso, non per cibarsi e stare bene ma per ingozzarsi fino a stare male. Non c’è più niente “solo io ed il cibo”.
Le crisi di Binge Eating le troviamo sia nell’obesità che nella bulimia nervosa. In tutte e due si perde il controllo, solo che nell’obesità non ci sono le pratiche improprie di compenso, il peso non è normopeso come nella bulimia nervosa, ma è in sovrappeso.
Tramite delle ricerche è stato notato che specialmente nelle donne che si sottoponevano a diete molto restrittive e ripetute, si presentavano i sintomi del Binge Eating Disorder (BED), e in un sottogruppo degli individui in sovrappeso soggetti da un’obesità più grave si presentavano sintomi di depressione, ansia ed abuso di sostanze.
L’approccio diagnostico
Nel 1980 il DSM IV affianca il sintomo di Binge Eating Disorder (BED) ai due classici disturbi del comportamento alimentare: anoressia nervosa e bulimia nervosa. Di anoressia se ne parlava, però, già nel Medioevo. Inoltre l’ingresso del BED ha comportato una nuova e più acuta attenzione agli aspetti psicologici e psicopatologici dell’obesità e del suo trattamento, che non è una malattia così detta delle donne ma è trasversale rispetto ai sessi.
Siamo tutti esposti all’offerta eccessiva di cibo, in questa società opulenta, fatta di obesità patologica e di pubblicità martellante che presenta immagini di corpi perfetti, modelli difficili da raggiungere. Siamo in una dimensione di “intasamento della mancanza“.
Viviamo una vita con un’ossessionata dipendenza dal cibo che, invece di portarci un godimento e potenziare la nostra vita, ce la distrugge. Si mangia, si consuma senza mai arrivare ad una vera sazietà, condizione del cosiddetto soggetto post moderno, che troviamo sia nello stato della bulimia che nell’obesità. Consumare senza trattenere nulla di ciò che si consuma, nell’obeso diventa fango, nel bulimico si trasforma in vomito.
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