Trovare la serenità dopo un aborto spontaneo
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Quando dal personale medico viene pronunciata la parola “sterilità”, intesa come incapacità permanente a procreare, per la coppia è come una doccia fredda, non si aspettava tale diagnosi dopo un anno di rapporti continui senza protezione, la coppia si lascia sopraffare da sentimenti di rabbia angoscia e depressione perché diamo per scontato che la vita che ci è stata data ci aspettiamo di poterla moltiplicare.
Quando parliamo di sterilità si intende la situazione in cui, dopo vari accertamenti, si rivela che uno o tutte e due i componenti della coppia vivono una condizione fisica permanente, che non rende possibile il concepimento. Tale diagnosi viene percepita come un lutto perché di lutto si tratta, la coppia deve elaborare la perdita di un sogno di un progetto e quindi rivedere anche il loro rapporto.
Il primo passo è di non sentirsi sterile ed inutile per la donna e per l’uomo cadere nella trappola di confondere l’infertilità con l’impotenza: la donna si sente circondata da donne incinte e non ha voglia di guardarle e frequentarle oppure non ama prendere in braccio i bimbi delle amiche. Tutto ciò è sbagliato perché lasciarsi andare alla tenerezza ai sentimenti buoni può fare bene all’anima e può rimettere a posto gli ormoni. Come potrebbe essere sbagliato avere rapporto solo nei giorni fecondi “a comando” perché diminuisce la fecondazione e meno si hanno rapporti e meno c’è la produzioni di spermatozoi e quindi i periodi di astinenza creano ancora più problemi nel procreare.