Abuso, consumo, dipendenza: ormai ci dobbiamo abituare ad associare queste parole anche a certi comportamenti, spesso del tutto innocui, che in alcuni casi possono condurre ad una vera e propria assuefazione.
“In alcuni casi quelle che i medici chiamano dipendenze non da sostanze si integrano, amplificano oppure sostituiscono altre dipendenze”.
è il caso della dipendenza da gioco d’azzardo.
Schiavi del desiderio di giocare
Ci si chiede: Non si può far a meno del gioco?
Sedersi al tavolo verde, davanti ad una slot machine o in una sala scommesse è spesso accompagnato dall’uso di alcolici, superalcolici e nicotina.
In Italia sono circa 30 milioni le persone che ogni anno tentano la fortuna con il lotto, bingo, ippica, videopoker e casinò. Però è solamente un 3% di questi che si ammala.
Diagnosi del disturbo
Quindi il gioco, da un momento di socializzazione, sperimentazione, creatività e svago, diventa una vera e propria schiavitù. Chi ne è vittima non riesce a liberarsi dal desiderio di giocare: viene completamente assorbito da queste attività, tanto da trascurare famiglia e lavoro.
Il gioco d’azzardo è un disturbo del comportamento che fa parte della categoria diagnostica dei disturbi ossessivi-compulsivi e ha una grande attinenza con la tossicodipendenza, tanto da rientrare nell’area delle “dipendenze senza sostanza”.
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