Il fattore scatenante del disturbo è un evento traumatico. Una delle cause più frequenti è l’abuso sessuale (il 46% delle donne che lo hanno subito sviluppa il disturbo) poi guerre, disastri naturali, violenze di massa, incidenti, aggressioni. Come accade con i reduci di guerra americani che, dopo il rientro negli USA, erano tormentati da ricordi traumatici relativi al conflitto in Vietnam. Infatti nasce la terapia EMDR come trattamento utile alla cura del DPTS (disturbo post traumatico da stress) per persone che hanno vissuto uno o più eventi traumatici.
Chi ha una di queste esperienze, nel 40% dei casi sviluppa un vero disturbo post traumatico da stress; in un altro 30% manifesta solo alcuni sintomi comunque invalidanti; in un terzo dei casi il disturbo persiste due anni dopo il trauma. In Italia la ricerca sul tema ha prodotto molti nuovi dati, derivati dallo studio delle vittime del terremoto de l ‘Aquila del 2009.
L’incidenza nelle donne
Si è scoperto che le donne sono a maggior rischio di sviluppare questa patologia così come gli adolescenti, che hanno un rischio circa doppio rispetto agli adulti. Sono più in pericolo anche i non credenti, o coloro che hanno un sentimento religioso negativo e si sentono perciò abbandonati da Dio o vivono il trauma come una sorta di punizione divina.
Non tutte le vittime di un trauma sviluppano il disturbo post traumatico da stress (PTSD).
Capita a chi vive l’evento con un senso di impotenza, con la sensazione di essere senza speranza, priva di aiuto, sentirsi privi di protezione è un elemento decisivo: non a caso, lo stupro è uno degli eventi che più spesso portano al PTSD, perché la vittima è di solito una donna giovane che si ritrova impotente in balia della violenza.
Il paziente continua per mesi o anni il trauma, attraverso pensieri intrusivi o incubi; evita luoghi o situazioni che ricordino l’evento e presenta disturbi del sonno e dell’umore.
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