L’obesità reattiva si manifesta in quei soggetti le cui storie personali rivelano che gli aumenti di peso sono relazionati a determinati eventi penosi o a particolari cambiamenti nel modello di vita.
Si tratta in genere di reazioni comportamentali a situazioni di perdita, come lutti o separazioni, aborti spontanei o la perdita del lavoro, o ad avvenimenti che attivano angosce di morte, come le guerre, le catastrofi, le gravi malattie, gli infortuni, nonché gli interventi chirurgici che possono produrre delle grosse sofferenze a livello narcisistico, a stati di insoddisfazione, come mancanza di realizzazione professionale o assenza di legame affettivo.
La spiegazione psicoanalitica della iperfagia che porta a questo tipo di obesità “reattiva” si ricollega al concetto di “regressione”. In altri termini, riporta l’individuo ad uno stadio dello sviluppo che comporta notevoli gratificazioni: egli torna a cercare il proprio piacere, in un dono che è stato comune a tutti nello sviluppo autogenetico, cioè il mangiare.
L’obesità reattiva femminile
Un esempio classico di obesità reattiva è quella che può insorgere in momenti fondamentali della vita di una donna: pubertà, gravidanza e menopausa.
Il corpo sessuato pone le giovani adolescenti di fronte all’immagine nascente della loro femminilità e quindi ponendole di fronte ai compiti dell’età adulta, soprattutto la paura della sessualità e del rapporto con l’altro sesso. Attraverso l’assunzione di peso corporeo, ci si mette al riparo dalle angosce che “il diventare donna” comporta.
Un’obesità reattiva può insorgere in conseguenza di una gravidanza conflittuale. Infatti l’iperfagia può essere una risposta contro le potenti angosce che si scatenano in donne che non hanno risolto le fondamentali problematiche della dipendenza, dell’autostima e dell’identità.
Altra età tipica, per l’accrescimento ponderale, nelle donne è la menopausa, un momento traumatico perché esse sentono messa in discussione la loro identità psicosessuale, le loro potenzialità di attrarre e costituirsi come oggetto del desiderio altrui.
LO STUDIO SI TROVA A MONTEVERDE VECCHIO IN VIA ALESSANDRO POERIO, 76 A ROMA
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